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09/05/2020 GIOVANNI PALOMBA - LETTERA APERTA ALLA CITTA’

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Cari concittadini,

sono diversi giorni ormai in cui si nota un comportamento non proprio rispettoso delle attuali misure di contenimento e contrasto alla diffusione del virus COVID -19.

Rammento a tutti che, sino al 18 maggio, sono ancora in vigore le misure di restrizione agli spostamenti per cui ogni cittadino può muoversi dalla propria abitazione soltanto per motivi di salute, comprovate regioni di lavoro ovvero per motivi di necessità; in tale ultima categoria è da ricomprendersi la possibilità di fare visita ai propri congiunti.

Ebbene, nonostante questo, apprendo quotidianamente - vedendo i social, ricevendo messaggi e chiamate da parte di tanti cittadini – che sono ormai innumerevoli gli assembramenti in molte zone della Città.

Mi riferisco ai video che riproducono riprovevoli scene di rissa tra giovani, così come a passeggiate libere, soste in spiaggia, bevute in compagnie e a tanti gruppi di adolescenti che bivaccano senza mascherine né guanti.

Comprendo l’irruenza della gioventù, però è necessario, visto il delicato momento che ancora stiamo affrontando, che si dimostri più responsabilità e rispetto per le regole del vivere civile e della buona convivenza.

Del resto, se questo è il comportamento che tali soggetti e i loro familiari tengono in pubblico, inizio sinceramente a dubitare anche delle loro abitudini di vita privata nei condomini e presso le proprie abitazioni.

Attenzione: non mi si dica che il tutto può e deve essere risolto con maggiori controlli che comunque avvengono e per cui ringrazio a nome della collettività le forze dell’ordine. Il tutto può e deve essere risolto con la dimostrazione di un maggiore senso civico. Bisogna rispettare le leggi.

Non è necessario che vi sia un agente dietro ogni singolo cittadino.

È opportuno che ciascuno sia il buon controllore di se stesso. C’è bisogno di maggiore responsabilità.

Qualora dovessero verificarsi nuovi contagi nella Città, sarò costretto a dover attivare, unitamente al dipartimento dell’ASL, le necessarie indagini per accertare se, nel maldestro comportamento di qualcuno, vi possano essere responsabilità per aver messo in serio pericolo la salute pubblica.

In tali ipotesi mi riserverò di denunziare i diretti colpevoli e responsabili e, nel caso in cui questi fossero adolescenti, anche i loro genitori, per non aver adeguatamente controllato il comportamento serbato dai propri figli e aver così quindi determinato l’insorgenza di nuovi contagi da COVID -19.

Ho piacere di concludere questo mio necessario appello rivolgendomi alle famiglie ma soprattutto ai giovani con queste parole: “Se fosse possibile dire saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a domani, credo che tutti accetteremmo di farlo.

Ma non è possibile. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità.

Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà. ” (A. Moro).







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