Ridurre i rifiuti con la tecnologia Thor permette come si è visto subito, permette di sfruttare un impianto per lo ‘smaltimento’ della spazzatura più ecologico ed economico rispetto agli attuali inceneritori in uso in Italia: l' impianto è basato sul trattamento meccanico ‘a freddo’ dei rifiuti senza il rilascio di inquinanti in atmosfera per ottenere un combustibile polverizzato in particelle finissime ad alto potere calorifico, secondo uno schema del CNR e dalla società ASSING SpA di Roma.
Rispetto agli inceneritori vi sarebbe tutta una serie di vantaggi ‘teorici’ rispetto agli inceneritori (economici, energetici, ambientali etc..). ma questa tecnologia è stata superata con la realizzazione di impianti più efficienti nel settore dello smaltimento rifiuti.
Uno studio condotto da Federambiente in collaborazione con Enea afferma che il trattamento meccanico-chimico ‘a freddo’ dei rifiuti da parte di Thor non è conveniente né dal punto di vista energetico né da quello economico a causa dei costi economici e dei consumi energetici molto elevati.
Il trattamento dei rifiuti con la tecnologia Thor è stato un processo utilizzato solo in Italia con alcuni impianti sperimentali in alcune zone del paese e quando è stato utilizzato per ottenere combustibile per la Buzzi-Unicem, si sono evidenziati i limiti di costo e di potenzialità anche se il CDR prodotto è di qualità ottima.
Verso la fine del 2009 è stato scritto che il sistema è utili per piccoli paesi con un massimo di quarantamila abitanti, con una lavorazione di materiale in ingresso inferiore 1000 tonnellate all’anno.
La Buzzi-Unicem ha messo su un altro tipo di impianto La tecnologia simile aal Thor (per quanto riguarda la micronizzazione dei rifiuti solidi urbani ‘a freddo’), ma completamente diversa soprattutto per le dimensioni del materiale di ingresso con la possibilità di trattare materiale più grossolano.
Come per il Thor, anche il nuovo macchinario della Buzzi Unicem, ha dei costi estremamente competitivi, soprattutto se paragonati agli attuali inceneritori: un impianto per trattare 7 tonnellate all’ora di frazione secca leggera dei rifiuti, costa circa 2 milioni e mezzo di euro contro i 600 milioni di un termovalorizzatore da 18 tonnellate/ora.
Ridurre i rifiuti con il ‘Rocket’ e trasformarlo in CarbonNext rappresenta quindi, Allo stato attuale il modo migliore per gestire il recupero termico dell’energia presente nella spazzatura è rappresentato dal metodo Rocket.
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