Da qualche mese si sta diffondendo la presenza nei mari italiani di alghe tossiche, in particolare della pericolosa alga Ostreopsis ovata.
La causa è l’aumento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici che favorisce la crescita di alghe comprese quelle tossiche in grado di produrre tossine, soprattutto sui fondali rocciosi e nelle acque calde e calme.
Secondo la Sitox, la Ostreopsis ovata si troverebbe già lungo molte coste: genovesi, laziali, romagnole, ioniche, dell’Alta Toscana, siciliane, pugliesi, nell’Alto Adriatico, ecc.
Le alghe come l'Ostreopsis sono invisibili a occhio nudo ma possono proliferare creando degli ammassi bruno-rossastri. Altri fenomeni govuti alle microalghe tossiche sono: l’opalescenza dell’acqua, la formazione di schiuma in superficie, materiale gelatinoso in sospensione, organismi marini che mostrano segni di sofferenza.
Esse possono arrivare anche sulla nostra tavola attraverso i molluschi (mitili in particolare) e i ricci di mare.
Questi organismi marini , infatti, filtrano e accumulano le tossine al proprio interno ma possono essere contaminati anche crostacei e altre tipologie di pesci.
Si noti che le tossine possono anche essere inalate quando le onde si infrangono sul bagnoschiuma.
I sintomi più comuni in caso di intossicazione: febbre alta, congiuntivite, problemi respiratori, dermatiti, a volte anche nausea.
La Società Italiana di Tossicologia scrive che è bene evitare il fai-da-te nella raccolta di cozze, ricci e altri organismi dalle rocce.
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