Da nonsoloambiente parte la campagna pubblicitaria del "fiume più inquinato d’Europa".
Maleodoranti e ricche di metalli pesanti e altri inquinanti cancerogeni: sono le
acque del fiume Sarno, in Campania, già da tempo considerato il
fiume più inquinato d’Europa. L’associazione Controcorrente,
un gruppo di giovani attivisti che dal 2018 combatte per il disinquinamento del
fiume Sarno attraverso l’attività di ricerca, la divulgazione sul territorio e
nelle scuole e la denuncia di attività illecite, ha recentemente lanciato un
nuovo progetto, “Acqua
Sarnella”, per far parlare di nuovo dei problemi del Sarno.
Scopri i
risultati dell'indagine sull'acqua rivolta ai consumatori
Nato in collaborazione con un team di professionisti della comunicazione e del
marketing, tra cui Gianluca Sales e Fabrizio Pozza, il progetto ha l’obiettivo
di sensibilizzare, attraverso un umorismo nero e d’impatto, sulle criticità
legate all’inquinamento delle acque del fiume campano, una vera e propria bomba
ecologica da più di cinquant’anni. Attraverso un sito internet, degli incontri
di sensibilizzazione e degli slogan provocatori come “Sarnella:
l’acqua che elimina. Punto”, l’associazione raccoglie fondi per
vincere il disinteresse verso un territorio che versa in condizioni critiche sin
dagli anni sessanta e un fiume che continua a provocare morti a causa di tumori
e malattie neurodegenerative.
Il Sarno è un fiume molto breve –appena 24 km-, ma il suo bacino si estende per
circa 440 kmq, bagnando con le sue acque inquinate i territori di 39 Comuni
delle Province di Napoli, Salerno e Avellino, tutte aree densamente popolate: la
densità demografica è infatti pari a circa 1.300 abitanti per kmq che arriva ad
oltre 2.000 ab/km2 nelle zone costiere.
Le cause principali dell’alto
tasso di inquinamento, oltre alla forte urbanizzazione, sono dovute alle
numerose attività agricole e industriali: la zona è infatti ricca di concerie,
industrie farmaceutiche e conserviere che troppo spesso riversano abusivamente
nelle acque del fiume i residui della lavorazione dei prodotti, così come i
pesticidi e i fitofarmaci utilizzati nei campi, gli stessi che vengono poi
irrigati con l’acqua contaminata.
Sebbene negli anni siano stati numerosi i piani d’emergenza per il risanamento
del Sarno, continuano a verificarsi inefficienze ed inadempienze che non fanno
altro che peggiorare una situazione già critica.
Il tratto più inquinato del Sarno è quello compreso tra Solofra e Castellammare
di Stabia. Della pericolosità dovuta all’inquinamento delle sue acque si trova
traccia già nel 1997, quando l’Oms
(Organizzazione mondiale della sanità) segnalava una maggiore incidenza
di cancro e leucemia proprio nel bacino del Sarno.
A
Nocera Inferiore, secondo le stime dell’Arpac
(Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania), i valori
del cromo, sostanza utilizzata per la lavorazione delle pelli, supererebbero di
40 volte i limiti stabiliti dalla legge e, nelle giornate piovose, addirittura
di migliaia di volte.
Una situazione che non è più sostenibile, né per l’ambiente né per la salute
degli abitanti della zona.
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