Tra le critiche del mondo soprattutto politico, la BCE ha deciso di aumentare il costo del denaro dopo cinque anni e mezzo di tassi fermi al minimo storico del 2%. Il rialzo dei tassi, piuttosto contenuto, dovrebbe avere degli effetti modesti secondo Standard & Poor’s e il ritocco all’insu del costo del denaro in Europa dal 2% al 2,25% non dovrebbe preoccupare troppo le aziende che posseggono debiti anche a tasso fisso o coperto con swap verso tasso fisso.
Secondo l’ economista Gros, più dell’inflazione si teme per le sacche di speculazione sulle abitazioni e per la forte liquidità che non alimenta la crescita.
Il vero male dell’Europa non sarebbe, dunque, l' inflazione ma l' estensione della bolla immobiliare che potrebbe estendersi all' intero continente dopo aver raggiunto situazioni critiche come in Ispagna. La Bce interviene così anche per curare la bolla immobiliare
Si ricorda che in Giappone, il lungo periodo di tassi ai minimi storici, portò prima alla deflazione e poi allo scoppio della bolla immobiliare.
Per tutelare la stabilità finanziaria di Eurolandia. bisogna, dunque, considerare la vera minaccia rappresentata dal mercato delle case.
Bisogna ora osservare la reazione dei rendimenti a medio e lungo termine, dell’inflazione e dei mercati finanziari per poi regolarsi: se i consumi e gli investimenti terranno, allora potrebbe aversi il secondo ritocco in primavera.
Anche l' effetto sui cambi dovrebbe essere limitato tenuto conto anche del deficit americano e del probabile rallentamento dell' economia americana mentre il pil di Eurolandia , secondo le stime diffuse proprio ieri da Eurostat, nel terzo trimestre è aumentato dello 0,6% rispetto al secondo.
E in America? Secondo William Ford, ex membro del Fomc, i tassi USA dovrebbero toccare il 4,5% nelle prossime due riunioni di dicembre e gennaio per poi fermarsi su quei livelli o poco più su.
Anche Merrill Lynch vede meno grigio sul dollaro.
Essa ritiene che al momento il biglietto verde sia sopravvalutato del 15% rispetto alla moneta unica, ma le stime di breve-medio periodo tengono conto dell' aumento dei tassi di sconto che aumenteranno ancora per raggiungere nel 2006 il 4,5% e il 3%.
L' Euro si dovrebbe assestare a fine anno sugli 1.18 dollari per poi aumentare gradualmente a 1.23 nei primi mesi e a 1.29 per fine anno
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