Come si aspettava il mercato, la Banca Centrale Europea ha tagliato il costo del denaro di mezzo punto percentuale, portando il tasso principale dal 2% all’1,50%, toccando così il minimo storico.
E' stato tagliato di mezzo punto anche il tasso sui depositi che è stato ridotto allo 0,5%, e quello marginale che è stato portato al 2,5%.
Il costo del denaro ha raggiunto così il minimo storico da quando la Bce ha iniziato a gestire la politica monetaria nel 1999, ma questo non è bastato per rassicurare le borse, zavorrate soprattutto da banche e assicurazioni.
Dall’ottobre scorso questo rappresenta il quinto taglio, uno al mese con esclusione del mese di febbraio: il differenziale tra il costo del denaro negli Stati Uniti e quello nell’Eurozona si attesta sull’1,5%, tenuto conto che la Fed ha praticamente azzerato il tasso sul Fed Funds, fissando un range compreso tra zero e 0,25%.
Secondo il presidente della Bce, Jean Claude Trichet: l’attuale livello dei tassi “non è il più basso possibile. Non abbiamo deciso ex ante che questo è il livello più basso. Le prossime mosse della Bce sui tassi dipenderanno dalle nostre valutazioni sui dati. Se giustificato da fatti e cifre e se vediamo che si materializzano alcuni dei rischi ipotizzati, non escludo che ci possa essere un nuovo taglio dei tassi di interesse”.
Questo ennesimo taglio dei tassi dovrebbe aiutare le famiglie con un contratto di mutuo a tasso variabile.
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