Sulla base della consueta analisi economica e monetaria, il Consiglio
direttivo continua a considerare adeguato il livello attuale dei tassi
d’interesse di riferimento della BCE e ha pertanto deciso di lasciarli
invariati. Tenuto conto dell’insieme delle nuove informazioni e analisi che
si sono rese disponibili dopo la riunione dello scorso 7 ottobre, il
Consiglio direttivo seguita ad attendersi che l’evoluzione dei prezzi resti
moderata nell’orizzonte di medio periodo rilevante per la politica
monetaria. I recenti dati economici sono coerenti con la sua valutazione che
la dinamica di fondo della ripresa rimane positiva, sia pure in presenza di
incertezza. L’analisi monetaria conferma uno scenario di pressioni
inflazionistiche contenute a medio termine. Il Consiglio direttivo si
attende che la stabilità dei prezzi sia preservata nel medio periodo,
sostenendo così il potere di acquisto delle famiglie nell’area dell’euro. Le
aspettative di inflazione rimangono saldamente ancorate in linea con
l’obiettivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma
prossimi al 2 per cento a medio termine. Il saldo ancoraggio delle
aspettative di inflazione resta essenziale.
Nel complesso, l’attuale orientamento della politica monetaria continua a
essere accomodante. Tale orientamento, l’offerta di liquidità e le modalità
di aggiudicazione saranno modificati secondo opportunità, tenendo conto del
fatto che l’insieme delle misure non convenzionali adottate nel periodo di
acute tensioni finanziarie è pienamente coerente con il mandato della BCE e,
per come strutturato, di natura temporanea. Il Consiglio direttivo
continuerà dunque a seguire tutti gli andamenti nel prossimo periodo con
molta attenzione.
Per quanto concerne l’analisi economica, i dati recenti e gli ultimi
risultati delle indagini congiunturali confermano in generale che permane
una dinamica di fondo positiva della ripresa economica. In linea con le
precedenti aspettative, questo implica il perdurare della crescita del PIL
in termini reali nella seconda metà di quest’anno. Il recupero dell’economia
mondiale dovrebbe proseguire, e quindi anche il suo impatto positivo sulla
domanda di esportazioni dell’area dell’euro. Allo stesso tempo la domanda
interna del settore privato, sostenuta dall’orientamento accomodante della
politica monetaria e dalle misure adottate per ripristinare il funzionamento
del sistema finanziario, dovrebbe contribuire alla crescita. Ci si attende
tuttavia che la ripresa dell’attività sia frenata dal processo di
aggiustamento dei bilanci in corso in diversi comparti.
Secondo la valutazione del Consiglio direttivo, i rischi per queste
prospettive economiche restano orientati lievemente verso il basso, in un
contesto caratterizzato da incertezza. Da un lato, il commercio mondiale
potrebbe continuare a crescere più rapidamente delle attese, sostenendo le
esportazioni dell’area dell’euro. Dall’altro lato, permangono timori
riguardo al riemergere di tensioni nei mercati finanziari. Inoltre, i rischi
al ribasso sono connessi a nuovi rincari del petrolio e di altre materie
prime, a spinte protezionistiche e a una possibile correzione disordinata
degli squilibri internazionali.
Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi, come anticipato, il tasso di
inflazione sui 12 mesi misurato sullo IAPC è aumentato nell’area dell’euro,
passando dall’1,8 per cento di settembre all’1,9 di ottobre, secondo la
stima rapida dell’Eurostat. Nei mesi a venire l’inflazione si collocherà
intorno ai livelli attuali, per poi ridursi nuovamente e rimanere nel
complesso moderata nel corso del 2011. Le aspettative di inflazione di
medio-lungo periodo continuano a essere saldamente ancorate in linea con
l’obiettivo del Consiglio direttivo di preservare tassi di inflazione
inferiori ma prossimi al 2 per cento a medio termine.
I rischi per le prospettive sui prezzi sono orientati lievemente verso
l’alto e sono connessi, in particolare, all’evoluzione delle quotazioni dei
beni energetici e delle materie prime non petrolifere. Gli incrementi
dell’imposizione indiretta e dei prezzi amministrati potrebbero inoltre
superare le aspettative correnti, data l’esigenza di risanare i conti
pubblici nei prossimi anni. Al tempo stesso, ci si attende tuttora che i
rischi per gli andamenti interni dei prezzi e dei costi risultino contenuti.
Passando all’analisi monetaria, il tasso di crescita sui 12 mesi di M3 è
rimasto sostanzialmente invariato, all’1,0 per cento in settembre, dopo
l’1,1 di agosto. I prestiti al settore privato si sono mantenuti stabili
rispetto ad agosto, registrando una variazione dell’1,2 per cento sul
periodo corrispondente. Guardando oltre gli andamenti nei singoli mesi, la
dinamica dell’aggregato monetario ampio e dei prestiti continua a essere
modesta e a confortare la valutazione di un ritmo moderato dell’espansione
monetaria di fondo e di pressioni inflazionistiche contenute nel medio
periodo.
Il tasso di crescita sui 12 mesi di M1 ha continuato a scendere,
portandosi al 5,9 per cento in settembre, mentre quello degli altri depositi
a breve termine è divenuto meno negativo. Ciò
riflette l’ampliamento del differenziale tra i tassi di interesse
corrisposti sui depositi a termine a breve scadenza e quelli sui
depositi a vista.
L’espansione sui 12 mesi dei prestiti bancari al settore privato
beneficia in maniera crescente del flusso dei prestiti alle società non
finanziarie. Il tasso di variazione sui 12 mesi di quest’ultimo aggregato è
ancora lievemente negativo, ma gli andamenti degli ultimi mesi suggeriscono
che il punto di svolta è stato raggiunto in precedenza nell’anno. Ciò
sarebbe coerente con il fatto che i prestiti reagiscono con un certo ritardo
all’attività economica nell’arco del ciclo, come è stato osservato anche in
passato. In settembre il tasso di crescita sui 12 mesi dei prestiti alle
famiglie è stato pari al 2,8 per cento, mantenendosi sui livelli osservati
nei mesi scorsi.
Le banche hanno continuato ad accrescere gradualmente la componente del
credito al settore privato dei loro bilanci complessivi, tuttavia devono
dimostrarsi capaci di incrementarne la disponibilità quando aumenterà
ulteriormente la domanda. Ove necessario, per raccogliere tale sfida
dovrebbero trattenere gli utili, ricorrere al mercato per rafforzare
maggiormente la propria componente patrimoniale oppure sfruttare appieno le
misure di sostegno pubblico a favore della ricapitalizzazione.
In sintesi, l’attuale livello dei tassi d’interesse di riferimento della
BCE resta adeguato e pertanto il Consiglio direttivo ha deciso di lasciarli
invariati. Tenuto conto dell’insieme delle nuove informazioni e analisi che
si sono rese disponibili dopo la riunione dello scorso 7 ottobre, il
Consiglio direttivo seguita ad attendersi che l’evoluzione dei prezzi resti
moderata nell’orizzonte di medio periodo rilevante per la politica
monetaria. I recenti dati economici sono coerenti con la sua valutazione che
la dinamica di fondo della ripresa rimane positiva, sia pure in presenza di
incertezza. La verifica incrociata dei risultati dell’analisi economica con
quelli dell’analisi monetaria conferma uno scenario di pressioni
inflazionistiche contenute a medio termine. Il Consiglio direttivo si
attende che la stabilità dei prezzi sia preservata nel medio periodo,
sostenendo così il potere di acquisto delle famiglie nell’area dell’euro. Le
aspettative di inflazione rimangono saldamente ancorate in linea con
l’obiettivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma
prossimi al 2 per cento a medio termine. Il saldo ancoraggio delle
aspettative di inflazione resta essenziale.
Per quanto concerne le politiche di bilancio, è evidente che bisogna
rafforzare la fiducia dei cittadini nella capacità dei governi di restituire
sostenibilità alle finanze pubbliche e che occorre ridurre i premi al
rischio nei tassi di interesse, favorendo quindi la crescita durevole nel
medio periodo. A questo fine è essenziale che i paesi portino avanti piani
di risanamento pluriennali credibili e attuino integralmente le misure di
riequilibrio previste. Nei bilanci per il 2011 devono precisare interventi
di aggiustamento credibili dei conti, incentrati sul lato della spesa. Ogni
evoluzione positiva delle finanze pubbliche, che possa verificarsi sulla
scorta di fattori quale un contesto economico più favorevole delle attese,
dovrebbe essere sfruttata per accelerare il processo di riequilibrio dei
conti.
L’urgente attuazione di riforme strutturali di ampia portata è essenziale
per migliorare le prospettive di una maggiore crescita sostenibile. Profonde
riforme risultano particolarmente necessarie nei paesi che in passato hanno
subito una perdita di competitività o che al momento soffrono di disavanzi
nei conti pubblici e disavanzi esterni elevati. Eliminare le rigidità del
mercato del lavoro e potenziare la crescita della produttività favorirebbero
ulteriormente il processo di aggiustamento di tali economie. Inoltre,
stimolare la concorrenza nei mercati dei beni e soprattutto dei servizi
agevolerebbe la ristrutturazione dell’economia e incoraggerebbe
l’innovazione e l’adozione di nuove tecnologie.
Alla riunione del 28 e 29 ottobre scorsi i capi di Stato o di governo
dell’Unione europea hanno concordato la riforma della governance
economica dell’UE. Le proposte avanzate dal Presidente Van Rompuy
costituiscono un rafforzamento del presente quadro di sorveglianza
macroeconomica e dei conti pubblici nell’UE. Tuttavia, a giudizio del
Consiglio direttivo, tali proposte non bastano ad assicurare quel salto di
qualità che esso chiede per la governance economica dell’Unione
monetaria.
In particolare, il Consiglio direttivo nutre timori sul fatto che
nell’attuazione della sorveglianza delle finanze pubbliche non vi sia
sufficiente automaticità, che la regola sulla riduzione del rapporto debito
pubblico/PIL non sia precisata e che le sanzioni finanziarie non siano state
espressamente confermate nella procedura di sorveglianza macroeconomica.
Con particolare riguardo a quest’ultima, il nuovo sistema di sorveglianza
reciproca dovrebbe concentrarsi fermamente sui paesi dell’area dell’euro che
soffrono di perdite durevoli di competitività e di elevati disavanzi di
conto corrente. Inoltre, dovrebbe essere determinato da meccanismi di
attivazione trasparenti ed efficaci. Sarebbe fondamentale che le valutazioni
degli squilibri macroeconomici e le raccomandazioni in merito agli
interventi correttivi siano divulgate ampiamente in tutte le fasi del
processo di sorveglianza.
I cittadini e i mercati possono fare affidamento sul fermo impegno del
Consiglio direttivo ad adempiere il suo mandato di mantenere la stabilità
dei prezzi nel medio periodo.
Questo numero del Bollettino contiene due articoli: il primo riconsidera
il ruolo dei prezzi delle attività nella conduzione della politica
monetaria, mentre il secondo presenta i recenti miglioramenti dell’analisi
monetaria della BCE.
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