(ANSA) - ROMA, 18 SET - La ‘febbre’ della vendita sul web ha contagiato
l’Italia da tempo. Secondo eBay.it, i negozi online attivati sono piu’ di 20
mila. La regione piu’ attiva e’ la Lombardia, con tremila cyber-negozi. La mappa
disegnata dal sito di aste on line e’ molto variegata. Gli oggetti piu’ venduti
sono i prodotti enogastronomici (in particolare i vini dolci), venduti
soprattutto in Umbria, Marche ed Emilia-Romagna, ma anche il collezionismo la fa
da padrone.
La considerazione più immediata leggendo questa notizia è che il mercato, anche quello del lavoro, sista adattando alle nuove esigenze ed alle nuove richieste mutuate dalle innovazioni tecnologiche. Ma, in effetti, l’Italia è molto indietro, per quanto riguarda l’utilizzo a tutti i livelli della rete. Perché?
Sicuramente c’è una base di disinformazione condita da molto scetticismo, ma quello che è determinante è che i costi e la burocrazia influiscono anche sulla rete. Innanzi tutto continuamo ad essere il paese che ha i costi maggiori per l’utilizzo della rete, ricordiamo che in molti posti d’Europa il collegamento ad internet è gratuito. In più se per caso si vuole fare un utilizzo commerciale della rete vi sono tutta una serie di operazioni burocratiche che sono un vero e proprio controsenso con la facilità e l’immediatezza della rete. Senza parlare dei vuoti legislativi che debbono essere ancora colmati.
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