Ancora una volta l’Italia si distingue per la sua innata predisposizione a
buttare via il denaro pubblico sacrificandolo sull’altare della demagogia e del
non senso. Da quello che sostiene Confindustria sembra che il piano energetico
proposto all’Unione Europea basato, per la maggior parte, sullo sfruttamento
delle cosiddette fonti di energia alternative (eolico, fotovoltaico,…) costerà
circo 60 miliardi di euro contro il costo di 1 miliardo che si avrebbe
utilizzando il nucleare. Del piano fa parte anche un piano di incentivi di 6,5
miliardi all’anno che graveranno sulle bollette.
Questa notizia, a prescindere dalla precisione delle cifre, mette in evidenza
come in Italia perfino nella scelta delle fonti di energia ci siano delle
discriminazioni di carattere pseudo-ideologico. La chiusura ottusa al nucleare è
una scelta di cui oggi stiamo pagando duramente le conseguenze. Non è
sopportabile che politici inetti debbano continuare a dirci dall’alto della loro
conoscenza (assolutamente superficiale) che si può sostenere una nazione con
fonti di energia alternative, quando tutti gli esperti sanno (perché la fisica
lo dimostra, non le parole) e dicono quotidianamente che certe fonti di energia
non sono neanche paragonabili a quelle nucleari. Come mai succede questo?
In Italia all’ecologia si è appoggiata tutta una serie di personaggi di
estrema sinistra che, sfruttando l’ondata pro ecologia di inizio anni novanta
non ha fatto altro che, come sempre, dare una impostazione pseudo ideologica ad
un problema che non ha colore politico. Purtroppo un colore lo si è voluto dare
e sono nati tutti i disastri economici (e non solo) a cui l’Italia è dovuta
andare incontro in questi anni. Non è sopportabile che gente come il ministro
Pecoraro, massimo esponente dei verdi, per farsi spazio nella politica italiana
ci abbia caricato insiemi ai suoi degni compari il fardello di un costo
dell’energia che non ha pari in Europa e, cosa ancora peggiore, dobbiamo
sopportare ancora la sua presenza nei governi. Siamo proprio in Italia!
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